L’argomento è vasto ma speriamo con questo breve articolo di darti alcuni spunti ed incuriosire.

Se sei uno studente di musica, un produttore emergente o un tecnico del suono in formazione, avrai già capito che un buon mix non dipende solo dalle tue abilità tecniche o dall’attrezzatura. L’ambiente in cui lavori gioca un ruolo fondamentale. Esso può influenzare enormemente la risposta in frequenza dei tuoi diffusori acustici, colorandone il suono, di solito soprattutto su bassi e medio-bassi. Così se porterai il tuo mix a suonare neutrale nel tuo sistema “colorato”, suonerà colorato su un sistema neutrale e coloratissimo in un sistema colorato!

Il tuo sistema d’ascolto, nella sua globalità, deve seguire una curva di risposta standard molto regolare, senza picchi e avvallamenti, che dipende dal tipo di prodotto che stai realizzando e dalle dimensioni della sala in cui lavori. Di recente Dolby ha proposto la sua curva, per i prodotti Dolby Music, caratterizzata da una lieve enfasi sui bassi e da un calo delicato e graduale sugli acuti, che ben rispecchia i sistemi casalinghi.

Inoltre, un tempo di riverberazione troppo lungo non ti permette di sentire bene, perché le code sonore mascherano le componenti di frequenza vicina.

Ma torniamo all’acustica della stanza: puoi avere le apparecchiature più costose del mondo, ma se la tua stanza riverbera come un vasto garage in cemento armato, gonfia alcune componenti creando sgradevoli “muggiti”, presenta prime riflessioni molto intense distruggendo la stereofonia o, complice il posizionamento sbagliato di diffusori ed ascoltatore, porta ad un panorama stereo asimmetrico, ogni mix ne risentirà pesantemente.

La buona notizia? Non serve per forza una costosa ristrutturazione architettonica per ottenere un suono corretto. Con le giuste conoscenze e qualche soluzione intelligente, potrai correggere molti difetti ed ottenere grandi miglioramenti.

Ecco una guida pratica, passo dopo passo, per ottimizzare l’acustica del tuo studio prima di spendere una fortuna scomodando un tecnico specializzato:

1. Conosci il tuo spazio: è il primo passo

Confronto tra una stanza senza trattamento acustico e una ottimizzata per la produzione audio

Prima di correre a comprare pannelli fonoassorbenti, ascolta la tua stanza. Fai due piccoli test: 

  • Batti le mani al centro della stanza. Se senti un eco metallico o un riverbero lungo, hai certamente bisogno di aumentare l’assorbimento.
  • riproduci brani con musica organistica molto piena, ricca di bassi, e ascolta muovendoti nella stanza. Alcune note gravi risuonano in modo eccessivo, specie vicino agli spigoli della stanza, mentre al centro calano drasticamente? Stai sperimentando il pernicioso effetto delle onde stazionarie!

Questi sono i primi indizi di problemi acustici.

Ogni ambiente ha le sue caratteristiche, dettate da dimensioni, forma, materiali e arredamento. Una stanza vuota e cubica, ad esempio, creerà risonanze e riverbero terrificanti, mentre una stanza con rapporti non interi tra larghezza, altezza e profondità (vedi tabella), con libri a vista, quadri senza vetro, tappeti o moquette e divani suonerà probabilmente molto bene.

2. Controlla le prime riflessioni

Uno dei problemi più comuni negli home-studio sono le prime riflessioni, ovvero le onde sonore dopo il primo rimbalzo sulle pareti, sul soffitto e sul pavimento prima di raggiungere le tue orecchie. Queste creano interferenze, alterando la percezione stereo e la chiarezza dei dettagli.

Per mitigare il problema, posiziona pannelli acustici molto assorbenti di dimensione pari a circa 60 cm x 60 cm e profondità di almeno 10 cm nei punti di prima riflessione. Quali sono questi punti? Prendi nota di dove sono i tweeter dei tuoi diffusori acustici, rimuovi temporaneamente i diffusori e in quei punti al loro posto metti lampadine accese, posizionati nel punto d’ascolto dove lavorerai, facendoti aiutare da un amico con uno specchio trova i punti dove vedresti le lampadine riflesse se le pareti, il soffitto ed il pavimento fossero specchianti.

Anche librerie piene di libri o tende spesse o tappeti pesanti possono aiutare ma rispetta sempre la simmetria sinistra/destra.

3. Doma le frequenze gravi con trapping efficiente

Le basse frequenze sono le più difficili da gestire perché richiedono trappole per bassi (bass traps) posizionate in genere nelle intersezioni di tre pareti. Queste trappole, che possono essere costituite da pannelli vibranti o da scatole chiuse con un foro di dimensioni opportune, vanno accordate alla frequenza su cui devono intervenire: in pratica riemettono quella componente sfasandola e quindi “facendo credere” alla stanza di non avere una dimensione multipla intera della lunghezza d’onda della risonanza. Esistono particolari formule per costruire queste trappole…

Ricordati anche che se posizioni i diffusori vicini alle pareti o addirittura alle loro intersezioni, stimolerai particolarmente le risonanze della stanza.

Molti usano microfoni di misura (anche economici, come il Behringer ECM8000) e software gratuiti come Room EQ Wizard (REW) per analizzare i modi di risonanza e verificare l’efficacia di riposizionamenti dei diffusori e del punto d’ascolto, e delle trappole acustiche.

4. Sperimenta la posizione dei tuoi diffusori audio

Come abbiamo accennato, il posizionamento dei diffusori acustici e del punto d’ascolto possono fare molto, prima di dover intervenire con soluzioni più costose. Purtroppo però i vincoli sono tanti: simmetria sinistra destra, per una buona stereofonia, e WAF (wife acceptance factor) sono quelli più stringenti! Considera anche che diffusori con bass reflex posteriore necessitano di più spazio dalla parete retrostante, e che alcuni hanno la possibilità di compensare la resa sui bassi adattandosi alla stanza, per non parlare dei sistemi di correzione elettronica dell’acustica, che si sono molto evoluti in questi ultimi anni e di cui parleremo magari in un prossimo articolo (però è sempre meglio innanzitutto trovare la soluzione migliore con posizionamento e acustica ambientale).

Alcuni consigliano che l’ambiente sia assorbente sulla parete di fronte all’ascoltatore e più riflettente su quella dietro (L.E.D.E. ossia Live End – Dead End).

Fai anche attenzione al posizionamento dei display: ti consigliamo di far loro seguire la linea immaginaria che unisce i tweeter dei diffusori sinistro e destro ossia di posizionarli su un “raggio” sonoro evitando quindi che riflettano.

Un’altra regola “magica” molto interessante in merito al posizionamento dei diffusori stereo e dell’ascoltatore rispetto alle pareti alle loro rispettive spalle è stata calcolata da Simone Corelli nel 1995 ed è rappresentata in questa figura:

Diagramma che mostra la disposizione ottimale dei diffusori stereo e dell'ascoltatore in una stanza rettangolare, secondo il metodo di Simone Corelli (1995). I diffusori sinistro (L) e destro (R) sono posizionati al 30,92% della profondità della stanza dalla parete frontale, e l'ascoltatore è posizionato al 52,30%. I tre punti formano un triangolo equilatero. Le distanze laterali dei diffusori sono 20,92% e 28,78% rispetto ai lati della stanza.

5. Usa anche la diffusione, per un suono più naturale

Se l’assorbimento è essenziale per controllare le riflessioni, la diffusione invece aiuta a mantenere un suono sufficientemente vivo e naturale.

I diffusori, come quelli a geometria QRD, distribuiscono l’energia sonora in modo uniforme, evitando che la stanza suoni troppo “piatta” e chiusa.

6. Subwoofer

Se il tuo sistema d’ascolto prevede un subwoofer ti consigliamo di posizionarlo un po’ più a sinistra del centro tra i due diffusori frontali, sia per non eccitare una serie di onde stazionarie (quelle di ordine pari causate dalle pareti laterali), sia perché i bassi profondi di solito piacciono sul lato destro (pensate ai contrabbassi).

Fai attenzione alla sua polarità nella zona d’incrocio con i diffusori frontali.

Conclusione: un investimento che ripaga

Ottimizzare l’acustica del tuo studio non richiede necessariamente migliaia di euro, ma consapevolezza, sperimentazione e pazienza. Più impari a conoscere il tuo spazio, più i tuoi mix saranno precisi e professionali.

Inoltre ti consigliamo di verificarne la timbrica anche in cuffia: un buon paio di cuffie come la ATH-M50X, le Grado SR80, le Airpods 2 Pro o addirittura le Max hanno una qualità timbrica ed un’estensione paragonabili a sistemi da molte migliaia di euro posizionati in ambienti dall’acustica perfetta. E poi oggi sono in tanti ad ascoltare in cuffia!

Buon lavoro e buona musica!