CESMA offre ai suoi studenti un percorso formativo che va oltre le lezioni teoriche, portandoli a confrontarsi direttamente con il mondo della registrazione audio professionale. Un’occasione unica che arricchisce il bagaglio di competenze tecniche e culturali è la registrazione di concerti organistici organizzati dallo stesso CESMA. Questa esperienza permette agli studenti di esplorare l’acustica complessa della chiesa e di confrontarsi con le sfide di strumenti imponenti come l’organo a canne. Registrare un concerto d’organo significa mettere in pratica una vasta gamma di competenze tecniche, spaziando dalla sintesi additiva ai fenomeni psico-acustici, dalla gestione dei tempi di riverbero fino alla scelta accurata di microfoni e apparecchiature ad alta definizione.

Esperienze esterne al CESMA 

Gli studenti del CESMA vengono costantemente coinvolti in esperienze pratiche che arricchiscono il loro percorso formativo, mettendoli di fronte alle vere sfide del mestiere. Oltre alla registrazione dell’organo, il programma include una vasta gamma di attività, come la registrazione dal vivo di orchestre sinfoniche, cori, ensemble di musica da camera, e gruppi di musica pop e rock. Ogni esperienza fornisce una prospettiva unica sul suono e sull’acustica, ma la registrazione di un organo all’interno di una chiesa rappresenta qualcosa di speciale: unisce complessità tecnica e sfida artistica in un ambiente suggestivo e pieno di storia.

Ogni luogo di registrazione dal vivo presenta le proprie caratteristiche acustiche: registrare una band rock in uno studio, ad esempio, permette di lavorare in uno spazio acusticamente controllato, mentre registrare un coro o un’orchestra in una sala da concerto richiede un adattamento a spazi più aperti. Tuttavia, un organo in chiesa offre un ambiente ancor più complesso, con riverberi lunghi e una grande tridimensionalità sonora. Per i futuri tecnici del suono, queste esperienze rappresentano una vera palestra, che permette loro di sperimentare in un contesto reale come ogni spazio e ogni strumento richiedano approcci diversi e competenze diversificate.

L’organo a canne: strumento musicale e macchina complessa

L’organo a canne è uno strumento affascinante non solo per la sua storia e la sua imponenza, ma anche per la complessità acustica che lo contraddistingue. Spesso definito “il re degli strumenti”, l’organo è in grado di produrre una vasta gamma di suoni grazie alla varietà di canne e registri disponibili. Questo strumento è in grado di creare bassi profondi e riverberanti che riempiono lo spazio, facendo risuonare l’architettura della chiesa stessa, così come suoni acutissimi ed estremamente direzionali. Ogni canna dell’organo produce una frequenza fondamentale e una serie di armonici che contribuiscono al caratteristico spettro sonoro dell’organo, e le canne interagiscono tra di loro producendo un’esperienza sonora unica.

Dal punto di vista tecnico, l’organo permette agli studenti di esplorare il concetto di sintesi additiva dei suoni, in cui ogni registro (o timbro) contribuisce con uno specifico spettro armonico. In termini di timbro, ogni canna risuona a determinate frequenze in base alla sua lunghezza, diametro e materiale di costruzione, permettendo di vedere all’opera nella pratica le leggi fisiche che governano tali fenomeni. La progressione esponenziale delle lunghezze delle delle canne è la rappresentazione plastica della progressione esponenziale delle frequenze. Tutto questo offre un’opportunità unica di osservare da vicino fenomeni come la sintesi timbrica o la ricostruzione della fondamentale (il famoso “terzo suono” di Tartini), concetti che fanno parte del bagaglio di ogni musicista e tecnico del suono.

Un ulteriore aspetto affascinante è la tridimensionalità del suono generato dall’organo. A differenza di strumenti come il pianoforte o il violino, che emettono suoni più direzionali e che hanno un’interazione più limitata con l’ambiente, l’organo “riempie” l’intera chiesa con un suono avvolgente, che sembra provenire da ogni direzione. Gli studenti imparano così a gestire positivamente non solo il suono diretto, ma anche quello riverberato, generato dalle riflessioni sulle pareti della chiesa. Questa distinzione è cruciale nella registrazione dell’organo e rappresenta una delle maggiori sfide tecniche.

L’esperienza pratica degli studenti 

Prima di iniziare la registrazione, gli studenti devono pianificare ogni dettaglio del setup. La scelta dei microfoni è fondamentale: a seconda dell’effetto che si vuole ottenere, si possono utilizzare microfoni “a diaframma largo” o “piccolo”, con diagrammi polari come “cardioidi”, “supercardioidi” o “omnidirezionali”. I diagrammi polari dei microfoni permettono di controllare quali parti del suono saranno catturate, influenzando la qualità e la definizione del suono registrato. Ad esempio, i microfoni omnidirezionali catturano un suono più naturale e ambientale, mentre i cardioidi offrono un controllo maggiore su ciò che viene registrato, riducendo i suoni laterali e posteriori.

Oltre ai microfoni, la scelta delle apparecchiature di registrazione, come i registratori PCM o DSD tipici della musica classica, garantisce una qualità audio ad alta definizione, mantenendo intatti i dettagli più sottili. I tecnici del suono del CESMA utilizzano strumentazione e sistemi di distribuzione del segnale attentamente selezionati per evitare interferenze e rumori di fondo, fondamentali per ottenere una registrazione pulita. In ambienti come una chiesa, dove il silenzio e la chiarezza del suono sono essenziali, la qualità dei materiali impiegati è cruciale.

Le sfide acustiche

Registrare in una chiesa significa affrontare molteplici sfide acustiche, poiché l’ambiente può essere anche molto ostile, essendo caratterizzato da tempi di riverbero molto lunghi e da una grande varietà di riflessioni sonore. Questo richiede una pianificazione accurata del posizionamento dei microfoni, tenendo conto delle caratteristiche acustiche della chiesa stessa. Occorre comprendere profondamente la differenza tra il suono diretto e quello riverberato, e come questi influenzino la qualità della registrazione e le scelte artistiche di ripresa. Troppo suono diretto può risultare secco e privo di profondità ma gradevole all’ascolto perché permette di percepire le micro-pause introdotte dall’esecutore tra una nota e l’altra, mentre un eccesso di riverbero può rendere il suono indistinto e confuso ma nel contempo dare un quadro più completo dell’organo, evitando una dispersione eccessiva del materiale sonoro. La sfida per gli studenti è trovare un equilibrio che valorizzi la complessità del timbro senza confondere l’ascoltatore.

Un aspetto importante è la scelta delle tecniche mono, stereo o surround. Le tecniche stereo come XY, Blumlein, ORTF o AB permettono di catturare la spazialità del suono, mentre configurazioni surround possono essere utilizzate per creare un’esperienza d’ascolto ancora più immersiva. Gli studenti sperimentano come diverse configurazioni di microfoni possano influenzare l’immagine stereofonica del suono registrato, modificando l’ampiezza, la profondità e la localizzazione spaziale delle fonti sonore.

Come un direttore d’orchestra: la scelta dei registri

Infine, uno degli aspetti più affascinanti dell’organo è la possibilità di “orchestrare” i brani  grazie alla scelta dei registri, che aggiungono colori e sfumature uniche alla musica. Gli studenti osservano come l’organista selezioni i registri e le tastiere, creando un percorso sonoro che ricorda da vicino il lavoro di un direttore d’orchestra. Questo processo permette di vedere realizzati in pratica concetti di orchestrazione e sintesi timbrica, ma anche di capire come l’interprete utilizzi la struttura dell’organo per creare effetti dinamici e timbrici.

L’organo, in questo senso, si avvicina a un sintetizzatore complesso, e gli studenti che hanno familiarità con i software di sintesi musicale possono riconoscere analogie tra la “programmazione” dei suoni dell’organo e le operazioni che svolgono su software di produzione. Questa esperienza rappresenta un ponte tra il mondo della musica classica e quello della musica elettronica, offrendo alle nuove generazioni una prospettiva unica e multidisciplinare.

Una dimensione esperienziale e divertente 

L’attività di registrazione dell’organo, oltre a essere formativa, offre agli studenti un’esperienza coinvolgente e gratificante. Catturare il suono maestoso dell’organo all’interno di una chiesa rappresenta per loro un’opportunità di crescita tecnica e personale, arricchita dal senso di appartenenza a una tradizione che unisce tecnologia e storia musicale, portandoli a esplorare una dimensione sonora e spirituale che solo questo strumento può evocare.